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Oggi viviamo in un modo cosmopolita, dove le barriere territoriali sono state abbattute dalla volontà individuale e collettiva di sentirsi cittadini della terra. Uno degli ostacoli da superare, è quello della diversità delle lingue, per questo motivo le nazioni cercano di superare l’ostacolo introducendo l’insegnamento delle lingue straniere nella scuola. Oggigiorno la conoscenza di due o più lingue è pressocchè fondamentale per la carriera professionale, e non solo, di un giovane. Ma benchè l’ inglese resti comunque una lingua universale, bisogna considerare lo straordinario sviluppo economico di altre potenze mondiali quali la Cina, il Giappone e l’India per cui diventa sempre più necessaria l’acquisizione di una certa padronanza in più di una lingua. Ma quanto gli italiani conoscono le lingue straniere e quali sono le lingue più studiate? Secondo un sondaggio portato avanti dal Censis, il 50,1% degli intervistati ritiene scolastico il proprio grado di preparazione, solo il 23,9% giudica il proprio livello buono e solo il 7,1% lo valuta come molto buono. Pe quanto riguarda, invece, la graduatoria delle lingue studiate, in cima vi è l’inglese, seguito dal francese e infine lo spagnolo. Ciò che fa riflettere però è quel 33,8% che sostiene di conoscere alcuna lingua e quel 20% che parla meno di due lingue. Ad essere sotto accusa è la scuola poiché è emerso che quel 66,2% degli italiani che dichiara di conoscere le lingue è piuttosto relativa, c’è il giudizio dato sulla preparazione fornita dalla scuola pubblica, che rappresenta il principale e spesso unico canale di formazione linguistica. Ebbene, secondo l’opinione del 55,9% della popolazione italiana lo studio delle lingue a scuola è ritenuto scarso o gravemente insufficiente, mentre è adeguato secondo il 32,6% del campione. Conoscere le lingue straniere è importante poichè nelle aziende, la conoscenza delle lingue straniere può offrire maggiore opportunità di crescita. Anche nella società non poche sono le occasioni in cui la conoscenza della lingua dà vantaggi sia per i viaggi di piacere sia per lavoro.
Alessia Rivieccio
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 22 maggio 2013