Gli Avvocati del Diavolo – In numerosi episodi di rapina avvenuti negli ultimi tempi a Torre del Greco ci offrono lo spunto per soffermarci, brevemente, su questa fattispecie di reato, al fine di evidenziarne gli elementi costitutivi. La rapina è prevista e punita dall’art. 628 del codice penale, che, al primo comma, stabilisce: “Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da € 516 a € 2.065.”. Il comma successivo prevede, poi, una serie di circostanze aggravanti, che comportano un aumento della pena detentiva (oltre a quella pecuniaria), la quale può arrivare addirittura a venti anni di reclusione. Esaminando la lettera dell’art. 628 c.p., sono soprattutto due gli aspetti che occorre evidenziare al lettore. Innanzitutto, elemento caratterizzante la rapina rispetto ad un altro reato contro il patrimonio come il furto è la necessità di una condotta minacciosa o violenta d a parte del soggetto agente: colui che si impossessa della cosa altrui risponderà del reato di cui all’art. 628 c.p. solo se la sua azione sia accompagnata da minaccia o violenza nei confronti di altra persona; viceversa, l a condotta di chi si impossessa di cosa altrui senza fare ricorso a minaccia o violenza dovrà essere qualificata in termini di furto, che viene punito con pene più basse. Il profilo sanzionatorio riguardante la rapina merita anch’esso di essere portato all’attenzione del lettore. Appare chiaro, infatti, come il legislatore abbia previsto, nel caso in esame, pene assai elevate, le quali, però, non hanno impedito che nel 2013 le rapine aumentassero (Torre del Greco è, purtroppo, paradigmatica della recrudescenza di tale reato). Una volta di più, dunque, il cittadino è chiamato a riflettere sull’effettiva utilità di delegare all’inasprimento delle pene l’efficacia deterrente delle norme penali, che, statistiche alla mano, n on sembra preoccupare più di tanto coloro che delinquono.
Alessandro e Giovanni Gentile
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 29 gennaio 2014