L’omofobia interiorizzata è un insieme di sentimenti e atteggiamenti negativi verso le caratteristiche omosessuali in sè stessi e verso l’omosessualità nelle altre persone da parte degli stessi omosessuali. pesso, nel corso del processo di crescita, gay e lesbiche sono vittime di prepotenze e derisione da parte dei
coetanei. Un ragazzo che è continuamente esposto al giudizio negativo dei familiari o compagni può arrivare a pensare che in lui c’è qualcosa che non và. L’omofobia rivolta contro sè stessi può manifestarsi sotto forma di scarsa accettazione di sè, sentimenti di colpa e vergogna, convinzione di essere “sbagliati”, fino all’odio di sè. Questo insieme di atteggiamenti negativi viene incorporato nell’immagine di sè e si traduce in una serie di convinzioni come ad esempio: “le relazioni omosessuali sono sbagliate”, “ tra due uomini/donne non può esistere l’amore”, “i gay sono destinati alla solitudine”, “l’ambiente omosessuale è squallido”. Secondo alcuni psicologi clinici, l’omofobia interiorizzata può causare depressione e può influenzare negativamente la formazione dell’identità, l’autostima, le relazioni amicali e intime. Il lavoro clinico consiste nell’aiutare il paziente a decostruire l’immagine negativa che ha di sè focalizzando l’attenzione sulle sue sensazioni ed emozioni. Il nostro “sentire” è l’unico strumento che abbiamo per smentire la rigida idea che ci siamo fatti di noi stessi e ritrovare la spontaneità.
Dott. Roberto Imperato
Dott.ssa Claudia Mennella
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 08 ottobre 2014