AVVOCATI DEL DIAVOLO

Sabato 25 Febbraio, la notizia che avuto maggiore risalto nella cronaca nazionale è stata senza dubbio la sentenza che ha dichiarato prescritto il reato per il quale l’ex premier Berlusconi era imputato innanzi al Tribunale di Milano. L’ennesima prova della persecuzione giudiziaria alla quale Berlusconi sarebbe stato sottoposto? Non proprio. Una sentenza del genere, infatti, presuppone che la commissione del reato sia stata accertata: i giudici di Milano, qualora avessero ritenuto non provata la responsabilità dell’imputato, avrebbero dovuto assolverlo; la dichiarazione di avvenuta prescrizione, quindi, conferma la validità dell’impianto accusatorio, non tradottosi in una sentenza di condanna solo per effetto del passare del tempo. E’ bene ricordare, però, che il nostro ordinamento prevede la possibilità, per chi è accusato di avere commesso un reato, di rinunciare alla prescrizione, esponendosi, in tal modo, al rischio di una sentenza di condanna. Il punto, allora, è il seguente: un uomo che ricopre delle cariche pubbliche e che, nel caso di specie, è stato addirittura Presidente del Consiglio dei Ministri, deve sentirsi obbligato, almeno dal punto di vista politico, a rinunciare alla prescrizione? Non sarebbe onesto nei confronti dei cittadini, e in particolare degli elettori, che un uomo politico chiedesse al suo giudice di pronunciarsi nel merito della vicenda giudiziaria che lo vede protagonista, compiendo, così, un atto di trasparenza agli occhi della nazione? Da parte nostra riteniamo che un simile gesto
sarebbe, se non doveroso, senz’altro opportuno, proprio al fine di sgombrare il campo da dubbi e sospetti che è bene non avvolgano una persona che abbia responsabilità di governo o che, comunque, ricopra una carica pubblica. La storia italiana, però, ci offre altri esempi illustri di uomini politici che, in passato, hanno beneficiato della prescrizione; con buona pace di coloro che
ritengono che la storia non sia magistra vitae!
Alessandro e Giovanni Gentile
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 7 marzo 2012