L’evento, che ha coinvolto famiglie, bambini ed atleti alle prime armi, è stato suddiviso in due sessioni, una di presentazione teorica e l’altra pratica in palestra dove i partecipanti si sono cimentati in esercizi e prove di getto del peso coordinati dal tecnico nazionale Nadia Checchini.
Il Presidente FISPES Sandrino Porru ha sottolineato l’importanza di avvicinare le persone di bassa statura allo sport: “Oggi poniamo la prima pietra per iniziare un nuovo percorso di avviamento sportivo. Questa progettualità, che non era mai stata proposta prima in Italia, intende in senso generale dare dignità alla persona che pratica sport a prescindere da qualsiasi disabilità o condizione di vita. È importante far capire che l’attività sportiva è aperta a tutti ed è il modo attraverso cui è possibile esprimere le proprie potenzialità, anche nella quotidianità. Giornate come questa servono per creare nella società un’immagine positiva contro i tabù culturali ed essere un faro per tante altre persone che vivono la condizione di acondroplasia come limitante”.
Il Segretario Federale Arianna Mainardi aggiunge: “L’Atletica paralimpica italiana è indietro rispetto agli altri paesi nel far conoscere la specialità dei lanci ad atleti con acondroplasia. Come Federazione vogliamo fare da apripista per esplorare un nuovo territorio e magari proporci ai prossimi eventi internazionali con una squadra nazionale in cui siano presenti anche lanciatori di bassa statura”.
Il Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP) Roberto Valori, intervenuto per l’occasione, dice: “Lo sport è lo strumento più efficace per le battaglie civili. Si può fare tanto lavoro in questo campo, anche in piscina. Il movimento in acqua fa bene, dà piacere fisico e psicologico e può offrire grandi possibilità di crescita personale e culturale, non solo agonistica”.
Nadia Pivato, Presidentessa dell’Associazione Acondroplasia-Associazione Insieme per Crescere, dichiara: “Ringrazio la FISPES che ci ha scelti come partner di questo progetto. In pochi anni abbiamo fatto passi importanti nella sensibilizzazione sociale sul tema dell’acondroplasia e questo tipo di iniziativa legata allo sport dimostra che anche i nostri figli hanno tutte le potenzialità per provare ad esprimersi, socializzare e divertirsi e possono lottare per la normalità”.