La frase sopra ricordata era un ‘tormentone’: Catone il Censore, al termine di tutti i suoi interventi al Senato dell’antica Roma, la pronunciava con enfasi, per ricordare ai suoi colleghi che la città di Cartagine andava distrutta, in quanto costituiva un pericolo costante per l’Urbe. Era una sua idea fissa, una sua convinzione radicata…
Ma che c’azzeccano, Catone e Cartagine, con il Napoli e con il pallone? Vi starete, giustamente, chiedendo? C’azzeccano, c’azzeccano, ne parliamo tra poco. Dunque, anche la terza giornata di campionato è ormai in archivio. Al vertice della classifica sono rimaste in tre: Milan, Roma e Napoli. Naturalmente, niente di definitivo, le “sette sorelle” sono sempre tali, tutte in corsa per la vittoria finale, compresa la Juve, il cui disastroso inizio di campionato non può significare l’addio ai sogni di gloria.
Al “Maradona”, sabato sera, s’è presentata, appunto, una Juventus, obiettivamente incerottata, con tante assenze, tutte importanti. Per la verità, anche sul fronte Napoli non è che le cose andassero molto meglio… Ricordiamo, tra le altre, le defezioni di Demme, Lobotka, Meret, per non parlare dei ‘lungodegenti’ Mertens e Ghoulam. Anche Zielinski andava considerato a “mezzo servizio”.
Non s’è trattato di una partita entusiasmante, e infatti sono stati gli errori, da una parte e dall’altra, a deciderla. La vittoria del Napoli non si può discutere. Dopo un evidente sbandamento successivo alla rete bianconera (un cortese “cadeau” di Manolas alla Vecchia Signora) fino al novantesimo abbiamo dominato. Tra le note positive, il convincente esordio di Anguissa come mediano, non solo incontrista, ma anche dotato di buona tecnica (con il rientro di Demme, a centrocampo, saranno dolori per tutti gli avversari!) e la confermata capacità di mister Spalletti a leggere la gara, modificandone il corso con le opportune sostituzioni.
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Ma torniamo a Catone e a Cartagine. Lo confesso: anch’io, come l’austero senatore romano, ho una mia idea fissa, che si chiama Mario Rui. L’ho già detto altre volte, non discuto la serietà del calciatore, l’impegno, la buona volontà, ma i suoi limiti mi sembrano evidenti. Non può essere il titolare della fascia sinistra di una squadra ambiziosa, quale deve essere il Napoli, un giocatore che, otto volte su dieci, si limita a passare indietro la palla; saprei farlo persino io, alla mia veneranda età. Quando, finalmente, ad ogni morte di papa, prende l’iniziativa, quasi sempre, sbaglia il passaggio o crossa alle stelle. Sugli interventi in difesa, poi, è preferibile stendere un velo pietoso!
E’ dalla serie di infortuni a Ghoulam, che s’avverte la carenza sulla corsia di sinistra! La società non ha provveduto ad un acquisto adeguato, e le ragioni le conoscono solo Giuntoli e De Laurentiis. Fidano in un prodigioso recupero del forte terzino franco-algerino? Utinam (volesse il Cielo!) dicevano sempre i nostri Padri Latini! Ma, se l’auspicato evento non dovesse realizzarsi, mi rivolgo direttamente al mister con una mia preghiera: studi una soluzione alternativa a Mario Rui, s’inventi un nuovo giocatore, o un altro modulo, per la fascia mancina. So che è nelle sue possibilità e capacità tecniche, l’ha già fatto in passato con risultati eccellenti: basti pensare, anche se in un ruolo diverso, a Zambrotta nella Roma!
Ernesto Pucciarelli