I nostri padri latini lo sapevano bene: il veleno, come nello scorpione, sta nella coda, la parte più difficile di una qualsiasi impresa è quella finale. Se chiedete ad un maratoneta, che percorre oltre quaranta chilometri per portare e termine la sua fatica, qual è il momento più ostico della corsa, vi risponderà, senz’ombra di dubbio, che esso consiste nei 195 metri conclusivi del percorso.

Al Napoli, mancava un solo punto per l’aggiudicazione aritmetica di questo fantastico campionato, eppure sembrava che ci fossero, per conquistarlo, un mare di difficoltà… Difficoltà che, d’altronde, avevano accompagnato il cammino degli azzurri per tutto lo scorso mese di aprile. Fine delle risorse atletiche? Blocco psicologico? Appagamento “precoce”? Forse tutte insieme queste cause… Poi, ieri sera, contro l’Udinese, il tanto sospirato ‘punticino’, dopo una “partita vera”, che soltanto negli ultimi minuti ha visto le due squadre dare chiari segnali di voler accettare il pareggio…

Bene: adesso la festa può iniziare! Per la verità, i festeggiamenti sono già iniziati e, purtroppo, anche gli incidenti: un morto e ben cinque feriti nel centro della città ieri sera, senza contare i molti che hanno subìto danni all’interno del “Friuli”. Speriamo nel buon senso generale e nel controllo severo di coloro ai quali è demandato il compito di vigilare per tutelare l’incolumità di tutti.



E il futuro calcistico? De laurentiis, sull’onda emotiva del momento, ha fatto dichiarazioni importanti; questo è solo l’inizio – ha detto il presidente – il punto di partenza per realizzare un ciclo vincente, mantenendo ‘intatta’ la squadra e con la riconfema di Spalletti, il quale, però, ha dimostrato di non aver gradito questa esternazione. “Deve dirlo a me!” ha esclamato il mister, piuttosto risentito, durante la consueta intervista a fine gara.
Una “piccola”, o una “grossa nube” sull’orizzonte, che appare luminoso ed azzurro del Napoli?
Ernesto Pucciarelli