Era nell’aria, prima o poi doveva accadere: a San Siro, ieri sera, avversaria l’Inter, il Napoli ha subito la prima sconfitta in campionato. Però, quanto rammarico…

Una premessa doverosa: i nerazzurri hanno dominato per lunghi tratti la partita; sulle fasce, Perisic e Darmian ci hanno ‘massacrati’ e netto è stato il divario anche a centrocampo, dove Barella e soci hanno imposto il loro ritmo-partita superiore ed un’ imbarazzante supremazia fisica. Per la prima volta, il Napoli è stato superato nel possesso palla.



Eppure, lo ripeto, quanto rammarico per questa sconfitta, che riavvicina alla vetta le diverse pretendenti (la stessa Inter, l’Atlanta, persino la Juve e la Roma) al titolo nazionale, considerata la contemporanea sconfitta del Milan. Cominciamo con l’esaminare le tre reti interiste (tre gol, tutti insieme, quasi quanti ne avevano subiti gli azzurri nelle precedenti 12 partite!). Sulla prima, nulla da eccepire: rigore sacrosanto, come impone l’attuale regolamento. Involontario il fallo di mani di Koulibaly? Sicuramente, ma questo elemento, prima determinante nell’assegnazione dei rigori, non conta più, dura lex, sed lex.

Molto da eccepire, invece, sulle altre due segnature interiste, a mio parere determinate da inconcepibili errori da parte del, fino ad ora, ottimo Ospina. Come si spiega la mancanza di un difensore sul palo in occasione del corner dal quale è scaturito il raddoppio? Persino nelle partitelle tra scapoli e ammogliati i portieri provvedono a sistemare qualcuno in quella posizione! Anche la rete di Lautaro, con un tiro non irresistibile, poteva essere tranquillamente evitata, se il nostro estremo difensore si fosse meglio posizionato ed avesse correttamente interpretato la traiettoria della palla.
Anche mister Spalletti, ieri, ci ha messo del suo. Insigne, letteralmente ‘scomparso’ dal campo, dopo il geniale assist a Zielinski per il vantaggio azzurro, andava sostituito molto prima, come Osimhen (frattura composta, per il giovane, troppo “focoso”, attaccante partenopeo e uno/due mesi di assenza dopo l’intervento chirurgico al quale sarà sottoposto) Mario Rui e l’inesistente Fabian Ruiz. Viceversa, non doveva essere estromesso dalla partita Lozano, l’unico, con la sua velocità, in grado di superare nell’uno contro uno i difensori interisti.

Fin qui, sinteticamente, le ombre. Gli aspetti positivi di questa partita li possiamo ritrovare nelle magnifiche due segnature che hanno reso meno dolorosa la sconfitta e nella reazione, decisa e con carattere, nel finale dell’incontro, con l’Inter in chiaro affanno. Solo per mera sfortuna (il tiro, a botta sicura, di Mario Rui è stato fortunosamente intercettato da Handanovic, ha ‘ballonzolato’ lungo tutta la traversa ed è uscito sul fondo!) e per l’imprecisione (due volte!) di Mertens non s’è concretizzato un pareggio che sarebbe stato utilissimo e, a quel punto, anche meritato.
Restiamo, infine, in coabitazione con il Milan, sempre in testa alla classifica: tocca ancora agli altri inseguire! Nonostante il “doloroso stop”, il campionato continua ad essere colorato d’azzurro!
Ernesto Pucciarelli