Anche Matteo Bassetti si scaglia contro questo Green pass, che ha raggiunto l’unico obiettivo di far moltiplicare la richiesta dei tamponi.

“Questo Green pass non mi piace più. Così come è oggi non ha nessun senso di continuare. L’abbiamo fatto diventare uno strumento non per stimolare la gente a fare i vaccini, ma per portare la gente a fare i tamponi. Bisogna decidere che cosa si deve fare con i luoghi di lavoro. Non tutti i luoghi di lavoro sono uguali per il rischio infettivo.



O al lavoro va solamente chi è vaccinato, oppure facciamo il Green Pass alla francese, dove unicamente nei luoghi di aggregazione c’è obbligo di Green Pass, ma rilasciato unicamente con la vaccinazione o con i tamponi ma solo se non puoi fare la vaccinazione. Non puoi equiparare tampone e vaccinazione. Stiamo dando patenti di sicurezza dove non ce ne sono. Il Green Pass ha senso se deve essere uno strumento per stimolare la vaccinazione. Se deve essere uno strumento per far spendere alla gente duecento euro al mese di tampone, è una stupidaggine. Io così da medico non lo supporto. Allungare la validità del tampone a 72 ore non ha senso. Diciamo allora che l’Italia non è pronta ad avere il Green Pass sui luoghi di lavoro dal 15 di ottobre, lo rimandiamo a data da destinarsi e lo lasciamo obbligatorio nei luoghi di aggregazione”.