Il campanile, simbolo della nostra cittĆ , sorge sul luogo di una cappella presepiale
Voglio ripresentare un particolare poco conosciuto che si annovera agli albori della storia del presepe a Torre del Greco, cittĆ dove la rappresentazione del tenero mistero, ad opera di artisti e abili appassionati, fa scuola. Ć emblematico, in questo periodo natalizio, collegare il simbolo in assoluto di Torre, il campanile di S anta Croce, al presepe, poichĆ© esso ĆØ stato fondato proprio sul luogo di un antico presepe. Mi piace riprendere tale particolare storico della Basilica in cui per anni ho realizzato il presepe e farlo mentre si sta svolgendo, al suo interno, unāinedita mostra presepiale.
Le scene erano proposte in un unico fronte in ordine sovrapposto. Il tutto aveva come sfondo un paesaggio montano. Tale presepe ĆØ il primo esempio di quello che ĆØ lo schema scenografico costituito dalla grotta centrale entro cui era posta la NativitĆ . Allāesterno e nella parte superiore si ponevano altre scene. Questo schema sarĆ ripresentato anche nei secoli successivi. Nellāambito della provincia ĆØ interessante notare come la devozione al tenero mistero venga espressa attraverso la costruzione di cappelle dedicata alla nascita di Cristo.
Nel 1532 lo scultore Domenico Impicciati modella d ei pastori in terracotta. Lo stesso si reca a Sorrento per fare un modello del sacro monte ā caratteristica scenografica ā e dare opportune disposizioni al fabbricatore. Da questo pare chiaro che il presepe aveva una struttura ricalcante lo schema ormai in uso, utilizzato negli stessi anni anche per il presepe i n pietra della cattedrale di Altamura, in provincia di Bari (vedi foto) che, giunto fino a oggi, bene ci tra- manda i particolari scenografici. Anche a Torre del Greco esisteva una cappella dedicata a Santa Maria del Presepe, posta allāesterno della chiesa parrocchiale di Santa Croce, sul lato sinistro, ma comunque a essa annessa.
Fu fatta costruire dai fratelli Francesco e Benigno Sportiello il 7 dicembre 1539 e fu demolita il 18 luglio 1596 per edificare in quella stessa area il campanile. Il beneficio della cappella fu trasferito nellāinterno dellāantica chiesa, come attesta la relazione della Santa Visita del cardinale Francesco Boncompagni, avvenuta nel 1628. In tale documento (come si legge nella traduzione del manoscritto fatta da Agostino Panariello) essa viene denominata ācappella delle g rotteā; ciĆ² fa supporre che vi erano collocati uno o piĆ¹ antri secondo lo schema suddetto.
Tuttavia, non s i fa riferimento alle immagini. Trattandosi di grotte si deduce che vi fossero figure plastiche a rappresentare la NativitĆ , che certamente non era lāunica scena. Tra il 1608 e il 1628 avvenne, poi, la demolizione dellāaltare del presepe e il trasferimento del solo titolo, col relativo beneficio, presso lāaltare maggiore della parrocchiale, distrutta a sua volta dallāeruzione vesuviana del 15 giugno 1794. Nel Natale Dio invita ciascuno di noi a prendere p arte al presepe, perchĆ© sia un āpresepe viventeā, cioĆØ lāautentico āpresepe di Dioā. Lāaugurio a tutti e che, partendo da queste notizie storiche e artistiche, possiamo rispondere meglio a tale invito. Buon Natale!
Ciro Cipriano
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 11 dicembre 2013