Centodieci anni fa nasceva il giornale “La Torre”. La storica testata giornalistica di T orre del Greco faceva capolino nella ridente cittadina del mare e del corallo. Da ben 110 anni, dal suo primo numero ad oggi, “La Torre” è stata accanto ai cittadini, talvolta diventando punto di riferimento per molti di questi, sia per quelli che da Torre non si sono mai allontanati sia per quelli che, purtroppo, hanno dovuto lasciare la loro città per trasferirsi a ltrove soprattutto per motivi di lavoro. Questo accade anche oggi: “La Torre” si ritrova anche oggi
Ma veniamo, appunto, a quello che accade. E dobbiamo dire che di nuovo non accade nulla. Sono passati 110 anni e le pagine di allora, come quelle che sono seguite fino ad arrivare ad oggi, narrano di una città dall’aspetto paesaggistico che fa invidia al mondo per le sue bellezze e la sua posizione stremata nelle mani di una politica troppo personalistica ed individualista che pensa poco alla collettività. Come allora, sono tanti i giovani che lasciano Torre del Greco per andare a lavorare al Nord o anche all’estero. Come allora, sono tante le problematiche che attanagliano il territorio. Come allora sono tanti i politici che hanno fatto della politica la loro unica fonte di reddito grazie alla loro decennale presenza in Consiglio Comunale. Come allora, infine, sono tante le promesse che i cittadini ascoltano senza veder nulla di concreto.
Ben 110 anni che La Torre racconta e vive la città, avanza proposte, porta avanti battaglie. Ben 110 anni che La Torre aspetta di lasciare a i giovani di oggi un futuro migliore “in casa loro”. Insomma, la “fotografia” di allora e la “fotografia” di oggi non è molto d iversa. Soprattutto per quello che riguarda le occasioni perse, quel- le malsfruttate e quelle non colte. Di chi le colpe? Sicuramente delle gestioni e delle amministrazioni che si sono susseg uite ormai da anni a questa parte. Lo scenario di oggi, inutile negarlo, è solo frutto e conseguenza di un passato che pesa come un macigno e che nessuno, neppure l’orgoglio del torrese, è riuscito ad alleviare. Basta guardarsi attorno: malcontento tra i giovani e giovanissimi che mostrano sempre più voglia di evadere, una città ridotta preda di immondizia, di cantieri stradali, t raffico e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare delle buone occasioni perse per scelte scellerate di chi ha deciso per tutti, di quei politici che hanno pensato all’uovo oggi e non alla gallina domani.
E per buone occasioni s’intende la rivalutazione del porto, la nascita di un centro produttivo e tanto altro ancora. Occasioni che, da un lato avrebbero dato lustro a quella che era la quarta città della Campania e dall’altro avrebbero reso fieri i cittadini di essere abitanti di una terra che li avrebbe cullati senza metterli in condizione di scappare. B asterebbe poco, o tanto, ma basterebbe rimboccarsi le maniche. Ma si sa: la “fatica” non piace a nessuno, soprattutto a chi – ormai – lo stipendio lo incassa ugualmente, a prescindere da quanto o cosa produce. Ed ovviamente il riferimento va dritto dritto, innanzitutto, ai politici che siedono in consiglio comunale, consiglio regionale, fino a quelli che siedono in Parlamento. Chissà se basteranno altri 110 anni per risollevare il territorio. Chissà se tra 110 anni il giornale “La Torre” potrà usare parole più “felici”, come quelle del lavoro, sviluppo, turismo, per descrivere un territorio che in pochi amano realmente e che solo in pochi difendono, soprattutto nel periodo delle elezioni, quando cioè si sceglie a chi affidare la gestione della loro città. La Torre racconta la storia della nostra città da 110 anni, racconta anche la storia di quei cittadini che sono fieri di essere torresi e che sanno bene quanto lamentarsi serva a poco. Ma Torre può cambiar e, dovremmo soltanto amarla e difenderla, tutti, di più. Non dimentichiamo che Torre del Greco siamo Noi.
Antonio Civitillo
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 28 gennaio 2015
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