Fine dell’incubo alle 14 di oggi
Fine dell’incubo! Giuseppe Lubrano Lavadera, Crescenzo Guardascione, entrambi di Procida , Gianmaria Cesaro di Sorrento, Antonio Verrecchia di Gaeta, ed Eugenio Bon di Trieste, insieme a tutti gli altri membri dell’equipaggio della Savina Caylyn, sono finalmente tornati ad essere uomini liberi. Quasi 11 mesi di sofferta prigionia, il più lungo sequestro di una nave civile per la nostra nazione, hanno messo a dura prova i 22 marittimi che hanno avuto la sfortuna di incappare in una ciurma di pirati senza scrupoli, a partire dall’8 febbraio scorso nelle acque dell’Oceano Indiano. Un arco di tempo lunghissimo, un’attesa estenuante per tutti i familiari che, nel frattempo, si sono costituiti nel Comitato Civico “Liberi Subito” ed hanno portato avanti una strenua battaglia presso le autorità competenti, senza mai mollare. La notizia di un’imminente liberazione della Savina, della Fratelli D’amato SpA, circolava con insistenza negli ultimi giorni : si sapeva che le trattative erano arrivate ad un giro di vite decisivo, ma anche delicatissimo ( il riserbo in merito, infatti, era strettissimo). La recente liberazione della Rosalia D’Amato, altra nave a lungo sequestrata dai pirati Somali, aveva alimentato speranze ed ottimismo, ed infatti oggi, alle 14 in punto , la Savina è stata finalmente dichiarata fuori pericolo. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha espresso la sua più viva soddisfazione per l’esito della vicenda, dichiarando di “essere molto vicino ai 5 marinai italiani rilasciati, e alle loro famiglie, per la dura prova che hanno dovuto sopportare in questi lunghi mesi di attesa.” A bordo della nave saliranno a breve alcuni team militari imbarcati su nave “Grecale” della Marina Militare, nonché un team sanitario e uno di assistenza tecnica. Il nucleo militare è incaricato di scortare la Savina Caylyn fino ad acque sicure, mentre quello sanitario procederà alle visite mediche all’equipaggio. Comprensibile il riserbo del Ministero sull’eventuale pagamento di un riscatto ( alcune voci parlano di una somma di oltre 11 milioni di dollari) ed ancora vivo l’eco delle forti polemiche che hanno accompagnato questa tragica vicenda conclusasi, per fortuna, con l’incolumità di 22 eroici marinai, lavoratori avvezzi a sacrifici immensi, periodi lunghissimi lontano da casa, disagi per navi spesso inadatte, e, soprattutto, esposti a rischi troppo elevati.
Marika Galloro