Dopo quelle di successo che si stanno registrando in questi anni, un nuova produzione quindi si appresta ad avere Napoli come scenario.
Tutto nasce proprio dal lavoro teatrale di Familiari diretto da Zanussi con Bifano e allestito l’anno scorso all’interno dell’istituto, un dramma sul tema della separazione affettiva.
“Il carcere di Secondigliano – spiega Marta Bifano – è una struttura circondariale modello diretta da una donna illuminata, Giulia Russo, coadiuvata nella sua attività da un’equipe di ferro. Il teatro, i laboratori che sosteniamo nei vari istituti circondariali, sono oggi strumenti decisivi per rieducare i reclusi e per restituire loro una dignità di persona”.
Al centro del dibattito c’è l’affettività negata nelle carceri italiane. Trentuno paesi europei autorizzano con varie procedure le visite affettive dei detenuti, ricorda infatti Pedrazza Gorlero. In Germania e Svezia ci sono miniappartamenti dove il detenuto è autorizzato a vivere per alcuni giorni con la famiglia. Avviene anche in Spagna.
“La nostra iniziativa – spiega Colangeli – vuole farsi ambasciatrice culturale di questa importante azione civile per l’emancipazione del concetto di detenzione”.