L’idea è di don Valentino Porcile parroco dell’Annunziata di Genova Sturla. Un presepe “da demolire” lo definisce il sacerdote. “Dicono che presto comincerà la demolizione del ponte. Se così fosse, anche questo presepe giorno per giorno sarà smontato in modo identico.
Sarebbe stupendo demolire il presepe prima di Natale”. Don Porcile ricorda tutti quelli che soffrono per il crollo del ponte: “Le famiglie che hanno perso i loro cari; i feriti sopravvissuti che porteranno nel cuore per sempre i segni di quei momenti; gli sfollati, che hanno dovuto vagare per avere un posto dove dormire e che in un istante si sono visti portare via ricordi, casa, affetti”. Il sacerdote pensa anche “ai responsabili di tutto questo, perché riconoscano i loro errori, paghino la giustizia umana, e trovino misericordia”.
Fa discutere il presepe che rappresenta la natività sotto le macerie del ponte Morandi, realizzato da don Valentino Porcile nella chiesa della Santissima Annunziata di Genova Sturla. Alcuni parenti delle vittime hanno criticato l’iniziativa e hanno chiesto di incontrare il parroco. “Si sentono feriti da questo presepe” ha detto il sacerdote. “Ho già parlato con alcuni di loro. Con altri parlerò non escludo che, se non riuscirò a fare comprendere le motivazioni del mio gesto, potrei decidere di rimuovere il presepe”. Per il sacerdote quel presepe vuol “alimentare la speranza, ricordare le vittime e quanti soffrono, e hanno sofferto”. Prima dell’inizio dell’avvento deciderà sul destino del ‘presepe Morandi’. Il sacerdote non è nuovo ad iniziative simili. Nel 2014 realizzò il presepe con il fango dell’alluvione che colpì Genova il 9 ottobre 2014. L’anno successivo venne utilizzata una barca spezzata, posizionata sotto l’altare accanto al presepe per ricordare la tragedia dei migranti che muoiono in mare.