Diciamoci la verità : quanti avrebbero scommesso sul Napoli imbattuto a Torino, contro una Juventus, sicuramente molto meno “acciaccata” della compagine partenopea, e in pieno recupero in classifica? Penso non molti. Eppure gli azzurri, dopo un inizio balbettante, hanno preso saldamente in mano le redini della partita. Dopo il vantaggio, più volte s’è sfiorato il raddoppio, è mancata solo una “sana cattiveria” nelle conclusioni verso la porta bianconera. Come succede spesso in casa Juve, ci sono stati, poi, alcuni episodi determinanti sul risultato finale, poco rimarcati dai commentatori televisivi. L’azione che ha condotto al pareggio di Chiesa era viziata, ab ovo, da un fallo evidentissimo su Demme, così come lampante era il rigore su Di Lorenzo, non concesso dall’arbitro (e dal Var!).
I rammarichi, per i tifosi napoletani, però, non si limitano alla partita di ieri sera. Ecco, qualcuno dovrebbe provare a spiegare com’è possibile che una squadra, in piena emergenza, batta il Milan, domini la Juventus, e poi perda malamente (in casa!) con Empoli e Spezia! Senza questi due clamorosi infortuni, saremmo ancora lì, in alta classifica, a giocarci le nostre chances per la conquista del titolo.
A ben guardare, però, l’incapacità del Napoli ad “esserci” nei momenti cruciali della stagione, non è, purtroppo, una novità . Ricordiamo, a mo’ di esempio, la letale sconfitta a Firenze del Napoli di Sarri, la mancata qualificazione alla Champions nella scorsa stagione per l’inatteso pareggio, all’ultima giornata, con il Verona. Insomma, questo Napoli, indubbiamente ‘attrezzato’ sul piano tecnico, ha sempre mostrato, negli anni, evidenti carenze sotto il profilo psicologico, caratteriale.
E’ ora di cambiare qualcosa, e la recente cessione di Insigne può significare l’inizio del cambiamento. Lorenzo, sul piano squisitamente tecnico, non si discute, così come non sono da mettere in discussione, sempre sotto il profilo di cui sopra, altri giocatori-simbolo della squadra. Evidentemente, però, non basta. C’è bisogno di un’inversione di mentalità nell’ossatura del team, nel suo “Dna”, con l’acquisto di calciatori che garantiscano continuità di rendimento e in possesso dell’ esperienza necessaria per venir fuori dalle situazione di difficoltà che, inevitabilmente, si verificano durante una lunga stagione calcistica.
Ieri sera, per esempio, Spalletti è stato quasi costretto a schierare dal primo minuto Ghoulam, per non far scendere in campo uno dei magazzinieri. Niente di eccezionale la prestazione del mancino franco-algerino; però, nonostante l’evidente sua difficoltà per riadeguarsi al ritmo partita, s’è avvertita la sua presenza in molte situazioni. Tutta “un’altra storia”, rispetto alle performances del pur volenteroso ed onesto Mario Rui!
Ernesto Pucciarelli