E’ dell’altra settimana una notizia che rincuora, per adesso, i risparmiatori coinvolti: Angelo Della Gatta, in primis, e Pasquale della Gatta, qualche giorno dopo il primo, hanno deciso di collaborare con la giustizia.
Una notizia, questa, che apre l’ennesimo scenario nella vicenda e che lascia ben sperare le oltre 13mila famiglia che hanno investito i loro risparmi di una vita per ritrovarsi, ad oggi, con nulla in mano.
E così, adesso, forse vistisi alle strette, i due soci della compagnia armatoriale fallita anni fa, e precisamente nel 2012, hanno deciso di collaborare con la giustizia.
A “sbottonarsi” con gli inquirenti è stato per primo Angelo Della Gatta, il quale da poco più di un mese starebbe rivelando agli inquirenti della Procura oplontina alcuni dettagli riguardo il filo conduttore degli affari di famiglia. A spingerlo verso questa collaborazione, secondo voci di corridoio, sarebbe stato il nuovo arresto con relativo maxisequestro da circa mezzo milione di euro.
Dalle rivelazioni, naturalmente coperte dal segreto, starebbero inoltre emergendo indizi importanti e soprattutto nomi di altre persone coinvolte rimaste al di fuori fino ad oggi. Una vera e propria lista di banchieri, esperti di finanza, imprenditori e professionisti operanti all’ombra del Vesuvio che fino ad oggi sono rimasti estranei a tutta la vicenda.
A breve, queste persone indicate dal collaboratore Della Gatta, potrebbero mettere tutte piede nel tribunale di Torre Annunziata per essere ascoltate.
Ma vi è di più: a seguire il buon esempio di Angelo Della Gatta è stato anche il fratello Pasquale. Anche lui, settimana scorsa, ha deciso di “aprirsi” con gli inquirenti e collaborare con la giustizia.
Un vero e proprio colpo di scena verificatosi in Corte d’Appello a Roma lo scorso 23 novembre. I legali, fuori l’aula capitolina, avrebbero perfino rilasciato importanti dichiarazioni che fanno credere che a breve potrebbero essere quantificati i primi soldi disponibili per essere recuperati.
Non si esclude che per loro abbia pesato come un macigno il ritorno dietro le sbarre e l’idea di non uscirne tanto presto.
Fuori la Corte d’Appello di piazzale Clodio a Roma erano presenti, come spesso accade, tantissimi risparmiatori impegnati in prima linea a seguire personalmente le vicende giudiziarie del crac che li ha colpiti duramente.