Lo scorso giovedì 14 dicembre, presso l’Auditorium di palazzo Vallelonga, si è tenuto un incontro-dibattito dal titolo “Il Rischio idrogeologico a 4 mesi dall’emergenza incendi”. L’evento, a cura del “Comitato Vesuvio : Mò Basta”, è stato patrocinato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata e dell’Associazione Forense “ Enrico de Nicola”.
I lavori si sono aperti con il saluto di Mauro Ascione, Presidente C.d.A. Banca di Credito Popolare, e con il prologo di Filomena Di Donna, Presidente del Comitato promotore dell’iniziativa, la quale, insieme con la moderatrice, la giornalista Mariella Romano, ha tenuto a sottolineare che , malgrado interpellati ed invitati al tavolo di discussione, i rappresentanti istituzionali non abbiano dato risposte. L’avvocato Di Donna ha evidenziato, inoltre, come i membri del Comitato , costituitosi in seguito alla drammatica devastazione degli incendi boschivi sul Vesuvio della scorsa estate, si siano visti costretti a fare una denuncia alla Procura della Repubblica.
I relatori, ciascuno in merito alle proprie competenze, hanno presentato il quadro della situazione nel territorio interessato al dissesto idrogeologico post incendi ( Torre del Greco, purtroppo vi rientra in pieno).
Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, ha esposto le gravi conseguenze apportate dagli incendi all’ attività di studio e di monitoraggio del rischio vulcanico, poiché, anche se la sede operativa da diversi decenni non è più in prossimità del cratere, bensì in via Diocleziano a Napoli, tuttavia alcune delicate e costose strumentazioni sono proprio a ridosso del vulcano ed hanno subìto danni irreversibili, senza dimenticare che le fiamme hanno pericolosamente lambito l’edificio dello storico Osservatorio, prestigioso sito in cui è nata la vulcanologia mondiale.
Più tecniche, ma estremamente significative, le relazioni degli altri esperti chiamati in causa.
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Lucida ed inquietante, per quanto precisa e rigorosa, quella di Fabio Mazzaglia, chimico ambientale, che ha elencato tutte le tipologie di materiali ( rifiuti e materiale arboreo) presenti sul Vesuvio, sia prima che dopo gli incendi. Ebbene è emerso che oltre ad una serie di rifiuti speciali ed urbani “non pericolosi”, esisteva ed esiste ancora di più ora un lungo elenco di rifiuti altamente tossici e cancerogenici, dalla cui combustione sono state sprigionate sostanze micidiali quali ossidi, metalli pesanti, diossine, idrocarburi aromatici, particellati finissimi, che potrebbero essere causa di mesotelioma ed altri gravi patologie. Drammatica la chiosa di Mazzaglia : ad oggi non esiste uno screening né un serio monitoraggio in merito, da parte di alcun ente ufficiale o istituzionale.
Altrettanto poco roseo il quadro fatto da Giuseppe Moscariello, accademico ed esperto in ingegneria del territorio, il quale ha relazionato in merito ai danni arrecati dagli incendi e dal conseguente dissesto idrogeologico a quelle poche e desuete opere ingegneristiche, atte ad arginare l’impeto dell’acqua piovana ( briglie, molte risalenti addirittura ad epoca borbonica, alvei, palizzate e muretti a secco).
L’ing. Moscariello ha mostrato come tali strutture, già numericamente e strutturalmente inadeguate, sono state danneggiate dal suddetto dissesto; inoltre, attraverso un semplice calcolo, nel territorio di Torre del Greco, solo seguendo il percorso che va da Montedoro a Cappella Bianchini fino a via Ruggiero, occorrerebbero circa 1000 briglie ( attualmente sono 13 per tutta l’area torrese). Auspicabili sarebbero anche la messa in essere di nuovi sentieri tagliafuoco e l’impianto di alberi resistenti alle fiamme, come i cipressi mediterranei, nonché la dotazione di bocche antincendio sui pozzi e sui serbatoi esistenti nella nostra area. Non è mancata qualche “stoccata” all’Ente Parco Vesuvio, che, da ricerche fatte dal prof. Moscariello, sembrerebbe non aver effettuato interventi preventivi di rilievo dopo il 2003.
Anche l’intervento di Rosario Santonastasio, geologo, ha evidenziato la criticità raggiunta dal dissesto idrogeologico nell’area torrese, in particolare la curiosa e non casuale analogia di date fatidiche: 6 novembre 2011 e 6 novembre 2017, con allagamenti disastrosi a via Nazionale. Anche nell’estate 2011, infatti, vi furono incendi diffusi sul Vesuvio, ben 52 con 67 ettari arsi. “E’ necessario che si faccia un’opera preventiva, ma anche informativa-ha precisato Santonastasio-poiché, come dimostra la recente pubblicazione del Piano di Protezione Civile per la città di Torre del Greco, i cittadini devono sapere che è possibile ricevere un’ allerta con un preavviso anche di 15 minuti o poco meno, mettendo in salvo vite umane, portandosi almeno di 5 metri al di sopra del piano stradale”.
Dello stesso parere anche l’architetto Mennella, dell’Associazione Architetti ed Ingegneri di Torre del Greco, portavoce di Pietro Costabile, Presidente dell’Associazione, assente per motivi familiari.
“Sono onorato di patrocinare questa lodevole iniziativa, promossa da un gruppo di avvocati, membri del Comitato Vesuvio : Mò basta. E’ significativo che tale esigenza sia nata proprio da avvocati, poiché questa battaglia porta avanti un’azione di denuncia sociale, così come quella per il diritto alla salute e per tanti altri diritti dei cittadini…”. Queste, infine, le dichiarazioni di Gennaro Torrese, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, che ha voluto esprimere il proprio appoggio pieno ed incondizionato al neo Comitato.
Marika Galloro