Nell’esposto firmato dal presidente Filomena Di Donna, i fondatori del Comitato chiedono alla magistratura di fare piena luce sulle responsabilità degli Enti competenti, valutando eventuali profili di illecito penale, “al fine di procedere nei loro confronti”, riservandosi di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale.
“In questi mesi – spiega il presidente del Comitato Vesuvio Mo’ Basta, Filomena Di Donna – abbiamo consultato tecnici specializzati per ottenere informazioni sulla qualità dell’aria, sulle condizioni dei terreni e sul conseguente rischio idrogeologico. Le perizie dei professionisti interpellati hanno evidenziato numerose criticità e in particolare un elevato rischio idrogeologico provocato dalla distruzione dei boschi e dal deposito di una massiccia coltre di cenere che impermeabilizza il terreno rendendolo inidoneo a trattenere le acque piovane. Una situazione molto pericolosa che in questi primi giorni di pioggia autunnale ha favorito, proprio come temevamo, piccole frane, smottamenti e allagamenti”.
“Il Comitato – aggiunge l’avvocato Filomena Di Donna – già il 14 agosto scorso, ha inviato una istanza per chiedere un intervento urgente in favore delle aree vesuviane, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente, alla Prefettura di Napoli, alla Presidenza della regione Campania, all’Assessorato Difesa suolo Regione Campania, al Genio Civile di Napoli, al Dipartimento di Protezione Civile, alla Città Metropolitana di Napoli all’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, al Comune di Torre del Greco, al SIT Territoriale della Campania, alla SMA Campania. Purtroppo non ci è mai arrivata risposta”.
Un silenzio inaccettabile anche perché dai recenti sopralluoghi è emerso che i lavori di manutenzione straordinaria sono stati effettuati in maniera “incompleta e approssimativa” tanto che, lungo alcuni sentieri, giacciono ancora sterpaglie e tronchi di alberi tagliati, accatastati e mai rimossi.
“Al momento – conclude il presidente del Comitato Vesuvio Mo’ Basta, Filomena Di Donna – non è stato programmato alcun intervento di messa in sicurezza delle aree boschive mirato a scongiurare frane e allagamenti. Anche per questo abbiamo deciso di chiedere l’intervento della magistratura”.