Il Teatro I De Filippo in questi ultimi anni è finito tra le pagine di cronaca per i diversi raid vandalici avvenuti all’interno della struttura di proprietà del comune di Portici.

Un’escalation che trova complicità nel fatto che, il teatro da diverso tempo, è in balia del lassismo perché il Comune ha più volte ribadito di non avere i fondi necessari per un custode e per lo staff, fino a decidere per un’assegnazione quinquennale tramite una manifestazione di interesse a qualche ditta “entertainment” privata. Una manovra che potrebbe, nei fatti, sottrarre uno dei pochi luoghi di cultura a disposizione della comunità.

“Nella delibera di giunta che prevede di procedere con la concessione quinquennale, rinnovabile, si scrive che a causa della pandemia e della mancanza di personale si è registrata una notevole diminuzione delle attività del teatro, per cui si vuole affidare a terzi per il suo rilancio: ma se il teatro, ad oggi, non è usufruibile per mancanza di personale, è evidente che l’attività è diminuita, anzi, addirittura cessata. il teatro deve rimanere a disposizione dei cittadini e di chiunque ne volesse usufruire, come è stato finora, con prezzi ragionevoli per le pulizie e il fitto della struttura – spiega Iolanda Meglio, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle Portici – Il de Filippo era un punto di riferimento culturale per iniziative e convegni, un luogo prezioso per le attività di associazioni e scuole.”



“Non sappiamo a questo punto i nuovi assegnatari cosa prevederanno, ma presumibilmente un uso esclusivo del teatro, che a questo punto non sarà più un bene comune. Vogliamo fare chiarezza su questa vicenda – prosegue – capendo con che tipo di accordo il Comune darà in gestione il teatro e cosa prevede nei fatti questa concessione.

La nostra preoccupazione è che i gestori non consentiranno un uso comune come è avvenuto in questi anni, bensì sarà a disposizione solo della società aggiudicataria. Nei fatti – conclude – sarebbe l’ennesimo bene sottratto ai cittadini, come la biblioteca comunale ancora inaccessibile, che andrebbe a discapito di chi vorrebbe beneficiare dei luoghi della cultura in città”.