Tramite una nota, la giornalista Monica Di Leandro, che, venerdì 18 giugno, si trovava a Torre del Greco per la presentazione di un libro, ha raccontato cosa è successo subito dopo che la 18enne è stata prima violentata e, poi, abbandonata alla rotonda dell’Autostrada.
“Dopo aver mangiato una pizza con alcuni amici – inizia il racconto della giornalista -, e mentre con alcuni colleghi ci accingevamo a rientrare in albergo, notavamo una giovane ragazza a terra, che piangeva e urlava, dicendo che voleva andare a casa, che un ragazzo aveva abusato di lei, chiedeva se le potevamo acquistare la pillola del giorno dopo.
La fortuna ha voluto che una collega di redazione sia specializzata nelle tecniche di mediazione e lavora spesso con le Forze dell’Ordine. Mentre noi chiamavamo il 112, lei cercava di tranquillizzare Aurora (nome di fantasia) e di farsi dare più riferimenti possibili. Aurora era in evidente stato confusionale – continua Monica -, ma grazie al tempestivo intervento di una pattuglia dell’Arma che prontamente giungeva, siamo riusciti a convincerla ad andare in ospedale.
I due militari intervenuti – brigadiere Francesco Napoli e maresciallo Giuseppe D’Aquino, dopo averla identificata, la accompagnavano in ospedale e noi, con l’aiuto di una macchina prestata da amici, la seguivamo. Arrivati in ospedale, ci siamo assicurati che la ragazza si fosse tranquillizzata e notavamo che nel frattempo i militari avevano chiamato una collega donna, in modo di poter interagire con Aurora in modo più agevole.
Una storia finita bene per Aurora, che senza il tempestivo intervento dell’Arma, e le capacità di mediazione dei due militari, forse non sarebbe qui a raccontare la sua storia. Mentre ci allontanavamo, notiamo sul telefono di uno dei due militari la foto di una bimba: probabilmente tutta la pazienza del mondo usata quella sera con Aurora era scaturita dal pensiero che quella potesse essere una situazione in cui sua figlia avrebbe potuto trovarsi. Questo sono i carabinieri: non solo multe, ordine pubblico, arresti.